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Economia

Tavolo di crisi sul porto di Brindisi: buona la partenza al Mise

Le indicazioni: accelerare sui progetti strategici e nuovo Prp, confronto aperto su Zes, zona doganale interclusa ed esenzioni per traffico rotabili

BRINDISI – Una serie articolata di raccomandazioni è giunta oggi 6 febbraio 2020 dal Ministero dello Sviluppo economico per tutti i progetti strategici riguardanti il porto di Brindisi e il suo indotto, a conclusione della prima riunione del tavolo di crisi convocato dallo stesso Mise su richiesta dell’Autorità di Sistema portuale, presieduta dal sottosegretario Alessandra Todde. Il Ministero ha acquisito tutti i documenti prodotti dalle parti, sindacali ed imprenditoriali, e dagli enti, ma le indicazioni scaturite dall’incontro sono chiare.

I progetti e le opere da accelerare

Le procedure devono essere accelerate, anche perché in alcuni casi i progetti vanno messi in sicurezza dal punto di vista dei finanziamenti (in alcuni casi a rischio), come per i cinque nuovi accosti di Sant’Apollinare e gli interventi di dragaggio e di realizzazione della relativa cassa di colmata per i fanghi nel porto industriale. Tra gli obiettivi, una fast track per il progetto di Edison di una stazione-deposito di Gnl alla radice della banchina di Costa Morena Est (conferenza dei servizi preliminare convocata per il 10 marzo sempre al Mise), e la realizzazione del pontile a briccole per la messa in sicurezza degli ormeggi traghetti a Punta delle Terrare.

Porto Brindisi - tavolo Mise-3

La questione Zes

Disponibilità da parte del Mise anche per discutere e decidere sul riconoscimento al porto di Brindisi degli stessi poteri concessi a Taranto per la zona doganale interclusa, e per lo sgravio dei diritti e delle tariffe sul traffico rotabile, sul modello del terminal di Trieste.

 “Questione nodale è la realizzazione della Zes per la quale si lamenta il grave ritardo nella fase di avvio e quindi di attuazione. Ad esempio, manca l’insediamento dell’organo gestore (comitato di indirizzo) della Zes Adriatica, non essendo stati nominati i componenti di espressione governativa (Mit e Presidenza del Consiglio)”, ha detto il segretario generale della Cgil brindisina, Antonio Macchia.

“Al fine di consentire alle Zes di divenire contenitori attrattivi di nuovi investimenti è imprescindibile – ha ribadito Macchia - avviare la realizzazione di Zone doganali intercluse, vale a dire zone franche, per cui è richiesto l’accordo con l’Agenzia delle Dogane. Così come è fondamentale investire sulle infrastrutture ed avere intorno ad esse una serie di connessioni e capacità di integrazione con i vari sistemi portuali esistenti in grado di generare nuova economia”.

“Gli esiti dell’incontro odierno di approfondimento delle criticità inerenti all’area portuale di Brindisi e al suo indotto, anche al fine di individuare le necessarie misure di rilancio delle attività produttive coinvolte, autorizzano fondate speranze che possa aprirsi una fase di maggiore attenzione da parte del Governo per il nostro territorio”, ha commentato al termine Antonio Castellucci, segretario generale Cisl Taranto-Brindisi.  

“Abbiamo colto con interesse le dichiarazioni della sottosegretaria Alessandra Todde quando ha affermato, tra l’altro, che il rilancio del porto di Brindisi è una delle priorità del Governo e si è ufficialmente impegnata a coinvolgere anche Invitalia in vista del prossimo incontro, sul medesimo argomento, che si terrà ancora al Mise”.

Porto Brindisi - tavolo Mise (2)-2-2

Il nuovo Piano regolatore portuale

Diventa a questo punto centrale l’iter presso la Regione Puglia del Documento programmatico strategico di sistema, propedeutico al nuovo Piano regolatore del porto di Brindisi, per le opere e gli interventi che richiedono conformità urbanistica. Il Dpss è già stato approvato all’unanimità, e il Ministero dei Trasporti attende solo il parere della Regione Puglia per stipulare l’intesa. Dopo di che si potrà passare alla redazione del nuovo Prp.

Sull’esito del vertice, il Comune di Brindisi ha diffuso oggi pomeriggio una nota che non scende nel merito dei progetti ai quali è stata riconosciuta da tutte le parti priorità strategica: ““Si è registrata un’unità di intenti che fa ben sperare - precisa il sindaco Riccardo Rossi - perché tutti insieme abbiamo chiesto che lo scalo abbia la giusta attenzione da parte del governo”.

“Istituzioni, enti, sindacati e operatori si sono mostrati in sintonia rispetto alla necessità di avere un Piano regolatore portuale aggiornato, di realizzare opere e dragaggi, di velocizzare le procedure per il riconoscimento della Zes e per avere la stessa dignità di Taranto in merito alla Zona Franca doganale”. Per le procedure di decarbonizzazione che interessano la città, si è convenuto – dice la nota del Comune – di affrontare in prossimi tavoli tematici ogni aspetto del delicato passaggio.

“Il nostro porto - aggiunge il vice sindaco con delega al Porto, Elena Tiziana Brigante, che ha partecipato all’incontro - deve tornare ad essere centrale nei traffici passeggeri e merci. É necessario che sia un porto core e che sia considerato nella rete Ten-T dei Corridoi europei. Abbiamo le caratteristiche necessarie anche in relazione all’ottima rete di infrastrutture collegate”.

Ma per raggiungere tale ruolo bisogna realizzare le opere necessarie. E proprio per il rischio che il rallentamento dei progetti o, peggio, la perdita dei finanziamenti che l’Adsp aveva chiesto l’apertura di un tavolo di crisi al Mise: le perdite del traffico merci di Brindisi, dovute anche alla mancata sostituzione delle quote dovute alla riduzione della movimentazione del carbone, rischiano tra l’altro di condizionare il bilancio dell’intera rete di scali dell’Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale.

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